L’AUTUNNO DEI MERCATI

L’AUTUNNO DEI MERCATI

Mar, 09/22/2020 - 11:35
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Come impiegare il patrimonio cercando di conservarne il valore quando i mercati sono turbolenti

.consulenza

 

Investire il patrimonio cecando in primo luogo di conservarne il valore e, se e quando possibile, trarne profitto, è sempre stata un’attività difficile e tutto sommato complessa, soprattutto per chi non dispone di informazioni e competenza adeguata. In questi tempi di estrema e spesso imprevedibile turbolenza dei mercati, l’esercizio è diventato ancora più arduo, se non una vera e propria mission impossible.

Cerchiamo di dare, come al solito, qualche utile consiglio basato più che altro sul buon senso, sull’esame critico dei mercati e sull’analisi di quello che è successo nei momenti più critici della pandemia. Come abbiamo infatti scritto in un precedente articolo, il maggior fattore di rischio, in questo momento, è legato all’eventualità che il coronavirus possa tornare a diffondersi con la violenza mostrata nel mese di marzo di quest’anno, anche se nel frattempo abbiamo imparato ad adottare almeno le misure preventive più elementari, in modo che – in tale tragica eventualità – i danni possano essere contenuti.

.coronavirus

Soprattutto il futuro è però condizionato dai tempi necessari alla scoperta, produzione e commercializzazione di un idoneo vaccino, sul quale per la verità siamo meno pessimisti dell’opinione corrente, ritenendo che entro la fine dell’anno un preparato efficace possa finalmente essere reso disponibile in qualche parte del mondo.

 

.investimenti

 

Iniziamo dunque dal vedere come si sono comportate le principali tipologie di strumenti finanziari nella fase acuta del virus. Ci limitiamo ad esaminare i seguenti indici azionari: FTSE Mib (che fornisce un’indicazione sui titoli italiani più importanti), DAX (azionario Europa); Dow Jones (titoli tradizionali USA quotati al NYSE, New York Stock Exchange) e NASDAQ (titoli tecnologici USA). Aggiungiamo alla lista la quotazione dell’oro (GC, in termini di dollari per oncia) e vedremo infine i rendimenti delle obbligazioni.

 

 

 

 

 

     

Massimo fine febbraio

minimo  fine marzo

attuale

                 

FTSE MIB

 

25.477,55

14.894,44

19.714,50

                 

DAX

 

13.200,65

8.441,71

13.201,15

                 

DOW JONES

 

29.423,31

18.591,93

27.901,98

                 

NASDAQ 100

 

9.718,73

6.994,29

11.080,95

                 

GOLD

 

1.670,80

1.477,30

1.961,00

 

 

Come si vede dai numeri, chi avesse avuto il patrimonio investito in azioni italiane a maggiore capitalizzazione, dopo aver perso circa il 42% del valore che aveva inizialmente,  resta ancora in sofferenza per circa il 23%: i suoi titoli hanno cioè mediamente recuperato circa una metà del valore che avevano perso.

Un po’ meglio è andata a chi era in investito in azionario Europa, nonostante il calo di circa il 36% (non molto diverso da quello registrato in Italia), il valore è praticamente tornato al punto di partenza. Più o meno lo stesso per chi aveva titoli americani “tradizionali” (quelli industriali, di servizi, ecc. quotati al NYSE), che però ha avuto un’escursione più profonda avendo perso, nella fase più critica, circa la metà del valore.

Decisamente meglio per gli investitori in titoli tecnologici del Nasdaq: hanno sì visto diminuire il loro portafoglio (del 28%) nei giorni più bui del Covid, ma alla fine hanno recuperato tutto e addirittura migliorato del 12%, una performance di tutto rispetto per i sei mesi trascorsi. In realtà, il dato è ancora più clamoroso, se si considera che rispetto al minimo di marzo, l’incremento è stato di ben il 58%.

L’oro è stato però la scelta decisamente più felice: non solo ha perso un modesto 11%, ma addirittura è oggi superiore del 15% rispetto al dato di partenza, nonostante la recente modesta flessione registrata nell’ultimo mese (la sua quotazione aveva superato i 2.000 dollari l’oncia).

 

.statue of liberty

 

In chiave puramente difensiva, possiamo quindi dire che – oltre all’oro – gli asset che meglio hanno resistito allo tsunami sono stati le azioni USA (in particolare quelle della new economy) e le europee.

Per quanto riguarda le obbligazioni, l’andamento degli indici è sostanzialmente analogo per i più rappresentativi che abbiamo esaminato: quello dei titoli a breve (BOT); quello dei titoli di Stato italiani a 10 anni; quello dell’Eurozona 1-10 anni e quello dei Treasury Bond USA a 10 anni. In tutti i casi c’è stata una significativa flessione in concomitanza con la fase acuta del Covid 19 – variabile da -0,17% per i BOT a -6% per Eurozona e USA, fino al massimo di -15% per i BTP – ed un recupero per giungere all’attuale livello, che generalmente coincide con quello pre-virus. Il problema, per questa asset class, è che i tassi di rendimento sono a un livello talmente basso (talvolta negativo, come per i Bund tedeschi che a 10 anni hanno un tasso di -0,50%) che l’investitore non recupera neanche la perdita di valore dell’inflazione: i titoli a breve termine italiani sono intorno a 0% e quelli a 10 anni USA poco sopra lo 0,60%. L’unico modo per avere rendimenti positivi è sui titoli ad alto rischio, i cosiddetti high yield, per i quali però in questa fase il rapporto rischio/rendimento rende sensibilmente sconsigliabile investire, almeno per chi non abbia un’attitudine fortemente speculativa.

Quello che emerge dai dati che abbiamo riportato è che le azioni europee e USA hanno resistito egregiamente anche allo sconvolgimento dei mercati, e alcune di esse, in particolare quelle tecnologiche, hanno guadagnato molto. Le obbligazioni alla fine sono tornate da dove erano partite, ma i loro rendimenti sono talmente bassi – e tali resteranno per ancora molto tempo - da non essere attrattive.

.rischi azioni

Certo, non è detto che un’eventuale seconda ondata della pandemia presenti le stesse reazioni, ma è molto probabile che queste asset class possano comunque essere anche un buono strumento difensivo. Un’ottima idea continua ad essere l’investimento in oro, specie ora che le quotazioni sono un po’ diminuite. L’azionario Europa continua ad essere una buona opzione, considerando che i multipli sembrano ancora consentire qualche spunto redditizio. Anche l’azionario Italia, tutto sommato, si sta comportando bene e sembra promettere buone opportunità.

Il consiglio potrebbe essere quindi quello di mantenere, per chi fosse già investito, le azioni USA e anche quelle italiane, purché siano di buona qualità, ovvero di aziende solide e con buone prospettive di ripresa. Per chi volesse cimentarsi, le migliori prospettive restano quelle delle azioni USA, meglio le industriali (quelle che gli esperti chiamo “cicliche”) che le tecnologiche, dato che quest’ultime hanno corso molto e in questa fase potrebbero tirare il fiato. Siccome il dollaro si manterrà debole, e forse calerà ancora, questo investimento è consigliato per chi ha deciso di mantenere una quota piuttosto stabile del proprio portafoglio in dollari. Un livello del 20% è in genere un buon sistema per diversificare gli investimenti.

.trump

Sulla situazione americana, in prossimità delle elezioni presidenziali che ci saranno fra un paio di mesi, torneremo a concentrarci nel prossimo articolo. I rischi di elevata instabilità (pressoché certi in prossimità della tornata elettorale) e quelli di inversione del trend, legati al cambio di timone in favore dello sfidante Biden, devono infatti essere tenuti sempre presenti.