NON C'È PIÙ RELIGIONE

NON C'È PIÙ RELIGIONE

Mer, 01/13/2021 - 10:20
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Le società occidentali, sempre più secolarizzate, sono esposte alla penetrazione di ideologie che possono disgregarle

.spiritualità

Secondo Hegel non è stato Dio a creare l’uomo, ma l’uomo a creare Dio, come necessaria personificazione del suo bisogno di trascendenza. Anche chi non possiede il dono della fede deve riconoscere che esiste una naturale predisposizione alla spiritualità e che spesso c’è necessità di credere, o immaginare, che ci sia una vita oltre quella terrena e materiale e un ordine cosmico che riflette il bene e il male.

Da qui ad accettare come precetti norme di vita e comportamenti indicati dall’autorità religiosa – considerati come guida morale ed etica – il passo è breve. Normalmente i precetti religiosi sono orientati al perseguimento del bene comune e della solidarietà umana, oltre che ampiamente coerenti con il rispetto delle leggi dello Stato.

.islam

Talvolta, invece, si verificano intrusioni fra la dimensione religiosa (che dovrebbe riguardare la sfera intima personale) e quella politica (che riguarda invece i rapporti sociali e dei cittadini con le istituzioni). E’ il caso dei totalitarismi di matrice islamica, come avviene oggi ad esempio in Iran o in Afghanistan. Oppure al tempo delle persecuzioni dell’Inquisizione nella Spagna cattolica del Seicento.

In generale, quando la religione invade campi che non sono i suoi, molto spesso fa danni. Non a caso la saggezza del conte di Cavour postulava la “libera chiesa in libero stato”[1]. Così come lo Stato quando impedisce il culto religioso o, peggio ancora, ne perseguita i seguaci.

Ma a parte queste “devianze” storiche, che non a caso si ricordano ancora come nefaste eccezioni, è innegabile che i principi del Cristianesimo hanno permeato, e sicuramente ben indirizzato, tutte le civiltà occidentali moderne, accompagnandone lo sviluppo e rendendo le nostre società quello che attualmente sono, nel bene e nel male.

In particolare, il cattolicesimo è prevalentemente alla base delle comunità neolatine (Italia, Francia, Spagna) e il protestantesimo, nelle sue diverse configurazioni, di quelle anglosassoni.

.cristianesimo

Il progressivo allontanamento del sentiment comune dai precetti religiosi, e la conseguente secolarizzazione delle società attuali, se da un lato costituisce un affrancamento da ideologie che possono essere, o apparire, ingombranti e talvolta eccessivamente retrograde per i moderni spiriti laici e libertari, dall’altro determina un pericoloso vuoto di valori.

Secondo un noto principio della fisica, ogni vuoto in qualche modo viene riempito, in questo caso non sempre in modo positivo, o quanto meno coerente con i princìpi fondanti delle nostre società.

Una prima evidente crepa è quella attraverso la quale ha gioco facile l’ideologia di altre confessioni religiose, in primo luogo quella islamica, attraverso i sempre più consistenti flussi migratori da paesi tradizionalmente musulmani. Questi nuovi abitanti delle nostre città (nuovi perché arrivati da lontano e perché mediamente molto più giovani rispetto all’età media di noi indigeni), che sono cresciuti lontano dai principi cristiani e dallo spirito di tolleranza e pluralismo dell’occidente, costituiscono un forte elemento di rottura.

Nei casi più estremi il fenomeno del nuovo terrorismo non è estraneo a questa dinamica, soprattutto quando l’ideologia distruttiva riesce ad attecchire anche dalle nostre parti con i cosiddetti foreign fighters. Ma anche senza arrivare a questi estremi patologici, è inevitabile che si crei incomunicabilità, quando non diffidenza o aperta ostilità, anziche una normale integrazione e, col tempo, assimilazione ai valori prevalenti.

.miracolo

Molte delle nostre società, infatti, sono ormai decisamente multietniche e fanno del melting pot un punto di forza del loro sviluppo e del loro successo. Ma senza una condivisione dei valori prevalenti, questo rischia di trasformarsi in segregazione, isolamento o contestazione violenta.

Sul piano politico, d’altra parte, si fanno strada in modo sempre più preoccupante forme di populismo che fanno presa su timori “di pancia” in assenza di ideologie di base che – come si diceva - tendono a scomparire. Il tutto amplificato dalla grancassa della rete e dei social network, dove è estremamente facile raccogliere consenso e dove chiunque può disporre di un palcoscenico pubblico. A maggior ragione in un panorama sociale impaurito e reso fragile dalla pandemia che ci ha invaso.

Nè ci si può sorprendere di forme di protesta bizzarre, quali le manifestazioni che hanno portato all’abbattimento delle statue e dei simboli della nostra storia, con le degenerazioni decisamente pericolose come l’assalto al Congresso di Washington, più o meno sostenuto perfino dal presidente in carica.

.trump

Dunque se il sonno della ragione genera mostri, quello della religione rischia di generare vuoti culturali e ideologici che potrebbero mettere in seria difficoltà e pericolo di sopravvivenza le nostre società occidentali.

 

 

 

 

 

 

 

[1]

In realtà la frase venne coniata nel 1826 dal pastore calvinista francese Alexandre Vinet che proclamò il principio libera Chiesa in libero Stato nella "Mémoire en faveur de la liberté des cultes" . Cavour riprese con successo l’espressione in occasione del suo primo intervento al parlamento, fatto dopo la proclamazione del Regno d'Italia, il 17 marzo 1861, che portò alla proclamazione di Roma come capitale del regno. Secondo il suo pensiero, il Papa avrebbe infatti dovuto dedicarsi unicamente al potere spirituale dimenticandosi il potere temporale sui suoi possedimenti; ciò avrebbe permesso la fruttuosa convivenza fra Stato e Chiesa.