BCE; aumento dei tassi; spread; inflazione

Chissà se anche questa volta i PM di Milano rimedieranno l’ennesima figura marrone. Certo, i presupposti ci sono tutti. Provare il concerto fra tre grossi calibri della finanza nazionale non sarà facile; farlo senza coinvolgere il Ministero dell’Economia anche meno. Buona fortuna ai nostri prodi. La vigilanza vera, quella di Francoforte, ha invece avvertito sul pericolo di un ostacolo serio, non di quelli inventati dalle Procure: il rischio di una caduta fragorosa dei mercati. Le avvisaglie ci sono tutte, basta un evento imprevisto per innescare la valanga. È un po’ che il Nostromo lo dice

Mai come di questi tempi è necessario saper cambiare rotta quando il vento muta direzione: lo sanno bene gli investitori, alle prese con le discese ardite e le risalite dei mercati. Tanto tuonò che piovve: alla fine la BCE ha seppellito l’era Draghi per imboccare con tono deciso e minaccioso la strada del rigore, sotto la spinta dei falchi che invocano sangue, sudore e lacrime. E allora avanti con l’aumento dei tassi e basta con gli acquisti di titoli per aumentare la moneta in circolazione. Non siamo qui per chiudere gli spread, così parlò Christine. E lo spread si è spalancato. Brutta