Periscopio - IL CLIMA, QUESTO SCONOSCIUTO

Periscopio - IL CLIMA, QUESTO SCONOSCIUTO

Sab, 04/17/2021 - 19:56
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Ma sarà proprio tutta colpa dell’uomo? Altro che riscaldamento, quello che ci attende potrebbe essere invece una glaciazione.

.homo sapiens

Quando si parla di clima la prima espressione che risuona nella mente di tutti è surriscaldamento globale. E ancora una volta si propaga un’onda isterica che travolge il pensiero scientifico, quello costruito con anni di studi, quello che fa mantenere le menti aperte, a favore di un dogma chiamato ambientalismo. Se non sei d’accordo con l’opinione della maggioranza (quella isterica), sei nemico dell’ambiente. Mentre il punto centrale della scienza dovrebbe proprio essere quello di incoraggiare il disaccordo …

Quindi, per amore della scienza, partiamo dal clima … questo sconosciuto. Mai l’uomo ebbe un clima migliore di quello che attualmente conosciamo. Anzi è proprio grazie al clima di quest’era (Olocene) e alla sua lunga e insolita stabilità che si è sviluppata la civiltà umana quale la conosciamo. Dunque, siamo molto fortunati!

.glaciazioni

Nella fattispecie la Terra è attraversata da glaciazioni cicliche (la cui persistenza e incidenza ci è sconosciuta e sicuramente non è prevedibile), dovute a un insieme di fattori complessi (disposizione dei continenti, variazioni dell’orbita terrestre nella forma e nelle dimensioni, cambiamenti dell’angolo di orientamento rispetto al sole: tutti fattori che influenzano la durata e l’intensità della radiazione solare)[1]. Oltre a questi fattori ne sono stati aggiunti molti altri nel corso della storia, alcuni anche curiosi quanto incompresi: se per esempio alcune masse continentali come Nord America, Eurasia, e Groenlandia si spostassero (altra variabile è la tettonica a zolle) di 500 km più a nord, saremmo in una continua ed ineluttabile glaciazione. Ancora una volta viene da pensare che quando fa bel tempo siamo proprio fortunati!

.era glaciale

Esistono poi le interglaciazioni: periodi di clima relativamente mite tra una glaciazione e un’altra. E anche questi sono ancora relativamente poco compresi. Lascia perplessi pensare che tutto ciò che di significativo è stato fatto dall’uomo nella storia (agricoltura, creazione di città, scrittura, matematica, arte, scienza e proprio tutto il resto) si sia verificato in un atipico, fortunato, magari irripetibile, periodo di ‘bel tempo’. Le precedenti interglaciazioni sono durate solo ottomila anni, la nostra ha già superato i diecimila…

Si potrebbero raccontare tantissimi altri fenomeni e meccanismi che la Terra ha attraversato nella sua storia, a volte parossistici a volte lenti, che abbiamo potuto conoscere e studiare attraverso carotaggi effettuati sui ghiacci e che ci permettono di avere un discreto registro dettagliato del clima degli ultimi centomila anni. Ma quello che volevo far emergere è che la Terra, durante tutta la sua storia più recente, non è stata assolutamente un luogo tranquillo e stabile come quello conosciuto dalla civiltà umana, ma è passata da periodi di tepore ad altri di brutale raffreddamento. E non c’è motivo di supporre che questo periodo di stabilità climatica debba durare a lungo, in effetti alcuni autorevoli studiosi fino a non poco tempo fa (ora se ne stanno ben zitti!) ritenevano che presto le cose sarebbero peggiorate. Viene spontaneo pensare che il global warming possa agire da utile contrappeso per contrastare la tendenza della Terra a rituffarsi in un’era glaciale. È stato pure ipotizzato (e la cosa è più plausibile di quanto possa sembrare) che un’epoca glaciale potrebbe in realtà essere indotta da un innalzamento della temperatura. Un lieve riscaldamento, infatti, aumenterebbe il tasso di evaporazione e la copertura nuvolosa, porterebbe, nelle regioni ad elevata latitudine, a una maggior persistenza delle nevi. In realtà, il surriscaldamento globale potrebbe – scenario paradossale, ma possibile – provocare un forte raffreddamento in Nord America e in Nord Europa.

.era glaciale

Il clima è il risultato di un numero così elevato di variabili – l’aumento o diminuzione dei livelli di anidride carbonica, spostamento dei continenti, cicli di Milankovitch – che comprendere gli eventi del passato non è meno difficile di prevedere quelli del futuro. Per non parlare poi di cause esogene al pianeta, tipo collisioni con grossi asteroidi o altri corpi di cui è pieno lo spazio, attività solare, e altri fenomeni assolutamente endogeni (attività vulcanica straordinaria e attività del nucleo). Tutte cose che non siamo ancora (o forse non lo saremo mai) in grado di capire e tanto meno di controllare. E quindi una domanda viene subito spontanea: ma sarà proprio tutta colpa dell’uomo? Ovvio che no.

Non sappiamo quale prospettiva sarà più probabile: un gelo attanagliante o un caldo soffocante? L’unica certezza è che non lo sappiamo e che viviamo sul filo del rasoio …

.migrazioni

Se poi vogliamo prendere le difese del pianeta, sappiate che sul lungo periodo le glaciazioninon sono affatto eventi negativi per la Terra. Erodono le rocce plasmandole in laghi d’acqua dolce che forniscono risorse nutritive a centinaia di esseri viventi e, lasciandosi dietro nuovi suoli straordinariamente ricchi, incoraggiano le migrazioni, le estinzioni e mantengono dinamico il pianeta aggiungendo nuovi stimoli alla crescita di altri generi di piante e di animali. Come ha osservato scherzosamente Tim Flannery[2] “c’è una sola domanda da fare per scoprire il destino degli abitanti di un continente: ’E’ andata bene la glaciazione, ragazzi?’. (Ragazzi l’aggiungo io …). Osservazione molto attinente perché a una delle scimmie antropomorfe la glaciazione fece molto bene…

Una certezza però l’abbiamo: l’uomo (e aggiungerei anche gli animali, ma non vorrei essere messa a gogna immantinente) inquina e negli ultimi 200 anni ce l’ha messa veramente tutta, levando dalle viscere della Terra la ‘spazzatura’ che Gaia[3] aveva ben nascosto: il carbone prima e il petrolio poi.

E di recente abbiamo avuto una prova ineluttabile che l’uomo inquina: la foto satellitare del cielo sopra Wuhan durante il primo lockdown, parla da sola. E qui la Natura ringrazia sentitamente e senza alcun rammarico verso la specie homo sapiens, travolto invece dalla tragedia della pandemia!

.homo sapiens

Bisogna aggiungere inoltre, o forse purtroppo, che Gaia è in grado di rigenerarsi, di trovare una strada per mettere delle ‘toppe’ laddove l’uomo crea dei disastri e che quindi alcuni effetti inquinanti sono in realtà, o lo sono stati per molti anni, mitigati da questa capacità della Terra di agire come un unico organismo vivente. Tranne arrivare poi a un punto di rottura o che può essere di rottura per il genere umano.

Quindi se da oggi dovessimo scegliere una creatura che si prenda cura della vita sul pianeta non saremmo proprio noi quelli più adatti a questo compito!

Eppure, chi altro può farlo? Senza pensare al destino o alla provvidenza, o alle religioni, chi altro lo può fare se non noi? Anzi per quanto ne sappiamo siamo il meglio, o forse siamo gli unici, punto e basta.

Certo non sappiamo un sacco di cose persino su noi stessi, sulla nostra origine sul perché facciamo determinate cose e da quando abbiamo iniziato a farle. Non sappiamo quasi nulla, però abbiamo avuto un bel c... ad arrivare fin qui e a trovarci in questo bellissimo mondo.

Non solo abbiamo avuto questi privilegi, ma sappiamo anche apprezzarli e migliorarli, è una nostra abilità. Il punto è che questa abilità l’abbiamo da pochissimo tempo se confrontata coi tempi geologici e dobbiamo riuscire a dominarla, perché non possiamo basarci solo sulla fortuna per andare avanti. Concluderei con una frase di E. O. Wilson[4]: “Abbiamo un solo pianeta, e non possiamo che effettuare un solo esperimento”.

E il fattore “c” non basta! Aggiungo io.

.fattore c

Il podcast è stato letto da Elena Presti www.elenapresti.com

[1] In particolare, nel lungo periodo, la Terra è soggetta a 3 cambiamenti di posizione, conosciuti con i termini tecnici di: obliquità, precessione ed eccentricità. Lo scienziato che li studiò con calcoli certosini fu Milankovitch che li elaborò in una teoria (1930) purtroppo ignorata per troppo tempo.

[2] Tim Flannery (1956), mammologo e paleontologo australiano per le sue scoperte è stato paragonato a D. Livingstone. Ha fatto un’intensa opera di sensibilizzazione sul riscaldamento globale guadagnandosi la nomina di “Australiano dell’anno” nel 2007.

[3] L’ipotesi Gaia (in onore della dea che impersonificava la Terra nella mitologia greca) è stata formulata dallo scienziato inglese J. Lovelock nel 1979 in ‘Gaia. A New Look at Life on Earth’. Secondo tale ipotesi gli organismi viventi sulla Terra interagiscono con le componenti inorganiche circostanti per formare un complesso sinergico e autoregolante che aiuta a mantenere e perpetuare le condizioni per la vita sul pianeta.

[4] Edward Osborne Wilson (1929) biologo, naturalista e scrittore americano. Conosciuto con il soprannome “the New Darwin”.