TANTO RUMORE PER NULLA

TANTO RUMORE PER NULLA

Gio, 06/01/2023 - 01:14
|   
0 commenti

Alla fine il Congresso USA non potrà che approvare l’aumento del tetto del debito pubblico

.cat in the ceiling

La vicenda della votazione da parte del Congresso degli Stati Uniti sull’aumento del debito pubblico ha assunto toni tragicomici che richiamano la commedia teatrale del grande William Shakespeare “Much ado about nothing”. Lo scontato lieto fine, che ad oggi non è ancora formalmente decretato, manderà infatti i titoli di coda su una vicenda che da un paio di mesi aleggiava sui mercati finanziari. Lo spettro del default tecnico del Governo USA era infatti talmente incredibile e gravido di conseguenze da rendere ben difficile che qualcuno se ne assumesse la responsabilità politica.

Conviene allora guardare con un minimo di attenzione di cosa si tratta, perché alla fine tutto si risolve in un negoziato politico fra il Presidente e un Congresso in cui il suo partito non ha la maggioranza. A nessuno conviene tirare troppo la corda, ma tutti cercano di ottenere il massimo vantaggio da una situazione obiettivamente delicata, tanto più in un momento come questo in cui la lotta senza quartiere delle autorità monetarie all’inflazione si trova a dover contrastare una politica fiscale e di bilancio che continua invece a essere fortemente espansiva.

.debt

Il debt ceiling, come strumento di controllo del bilancio pubblico, venne introdotto nel 1917 in pieno tempo di guerra, ed era in realtà finalizzato allo snellimento e alla riduzione degli adempimenti burocratici per le emissioni obbligazionarie. Fino ad allora, infatti, ogni emissione di titoli del debito pubblico (i famosi Treasury Bonds), doveva essere approvata dal Congresso, ma la guerra rese queste emissioni molto più frequenti e si trovò allora l’escamotage di far approvare al Parlamento un limite massimo all’indebitamento, entro il quale il Tesoro poteva liberamente provvedere a finanziare le spese con nuovi titoli. La misura divenne in seguito, e fino ad oggi, una forma di controllo e garanzia per assicurare che i conti pubblici fossero sempre sotto controllo.

Quando il debito pubblico si avvicina al tetto stabilito, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti utilizza in prima battuta diverse misure straordinarie per evitare di superarlo. Queste misure possono includere la sospensione temporanea dei contributi ai fondi pensione dei dipendenti pubblici, la vendita di titoli di stato a breve termine o il rinvio di alcuni pagamenti verso altre entità governative.

Tuttavia, se il Congresso non agisce per aumentare il tetto del debito e il Tesoro esaurisce le misure straordinarie, il governo degli Stati Uniti può affrontare una situazione di default tecnico, in cui potrebbe non essere in grado di onorare i suoi obblighi finanziari.

.tetto

Da noi non esiste una norma specifica che corrisponda direttamente alla regola del tetto del debito pubblico negli Stati Uniti; tuttavia, l'Italia è soggetta a regole e limiti imposti dall'Unione europea per quanto riguarda il debito pubblico e il deficit.

Nell'ambito dell'UE, l'Italia, come gli altri Paesi membri, è tenuta a rispettare il Patto di stabilità e crescita, che stabilisce limiti di deficit e debito pubblico. In base a tali regole, il deficit di bilancio di un Paese membro non deve superare il 3% del prodotto interno lordo (PIL), e il debito pubblico non deve superare il 60% del PIL.

É importante sottolineare che l'Italia, negli anni passati, ha spesso superato questi limiti e con l’avvento della pandemia ce ne siamo ulteriormente allontanati, così come tutti gli altri paesi dell’Unione.

Negli USA la norma ha invece un carattere tecnico cogente, nel senso che – raggiunto il limite approvato dal Congresso e in carenza di una nuova approvazione del suo superamento – non è materialmente possibile impegnare nuove spese. Una volta esaurite le misure straordinarie comunque limitate sopra menzionate, il governo degli Stati Uniti deve ridurre drasticamente le spese pubbliche per rispettare i limiti di spesa in vigore. Ciò comporta ovviamente tagli ai programmi governativi, come assistenza sanitaria, previdenza sociale, difesa e istruzione.

.congress

Non solo: il mancato aumento del tetto del debito molto probabilmente innescherebbe una reazione negativa sui mercati finanziari, con vendita massiccia di titoli di stato americani, conseguente aumento dei rendimenti dei titoli e diminuzione del loro prezzo. Le agenzie di rating declasserebbero il rating del debito sovrano degli Stati Uniti, il che molto probabilmente determinerebbe un aumento dei tassi di interesse sui prestiti a lungo termine. Ciò potrebbe avere effetti negativi sull'economia americana e globale, aprendo la strada ad una inevitabile recessione.

Ma soprattutto questa eventualità potrebbe minare la fiducia degli investitori e del pubblico nel governo degli Stati Uniti, con un impatto a lungo termine sulla reputazione finanziaria del paese e sulla sua capacità di attirare investimenti esteri.

Per questo motivo, alla fine il Congresso finisce per approvare la proposta del Presidente, al termine di un serrato round negoziale specie quando la maggioranza del Congresso non è controllata dal Presidente e ci si avvicina alla data delle elezioni, come nella situazione attuale.

.shakespeare

Esasperare la situazione non conviene a nessuno, come successe nel 2011 quando il ritardo nel raggiungimento di un accordo definitivo ebbe un impatto negativo sulla fiducia dei mercati finanziari, con un abbassamento del rating di credito degli Stati Uniti. Successivamente, il Congresso approvò un accordo per aumentare il tetto del debito e risolvere la crisi, ma l'episodio evidenziò comunque le tensioni politiche e i rischi connessi all'approvazione del tetto.

Tutto si risolverà e alla fine, come diceva Shakespeare, sarà solo tanto rumore per nulla. Come avrebbe detto Ennio Flaiano, la situazione è grave ma non è seria.