Grande nazione, l’Inghilterra. Terra di poeti e di navigatori (di santi ne risultano pochi, in verità). Gente di antica tradizione marinara

e gran popolo, che è riuscito a rendere la sua lingua il vero e proprio idioma universale; che da una piccola isola ha conquistato con i suoi vascelli ogni angolo di mondo. Forte attaccamento allo stato, alla bandiera, ai suoi sovrani; gente che usa sempre la maiuscola quando dice “io”.

Da buoni isolani, ci tengono a distinguersi dal resto del mondo: guidano a sinistra, non hanno sistema metrico decimale e calcolano pesi e capacità in modo incomprensibile. Anche nel virus sono stati originali: hanno creato la versione inglese del coronavirus, ancora più ostica di quella normale.

Grazie all’ultimo regalo del peggior leader della loro storia, David Cameron – che indisse lo sciagurato referendum sulla permanenza in Europa – hanno dovuto gestire la Brexit soli contro tutti e hanno subito il crollo della sterlina, della borsa e dei commerci.

C’è da scommettere che supereranno anche questa e che seppelliranno, insieme a Cameron, tutte le difficoltà di questa fase. Scommettere sulla perfida Albione, da qui in avanti, non è una cattiva idea. Chapeau.

                                                                                                         IL NOSTROMO