IL RIMBALZINO

IL RIMBALZINO

Mer, 06/22/2022 - 23:44
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Come investire di questi tempi

.mercato orso

Tempi duri per gli investitori.

 

Mercato orso, inflazione alta, crescita in frenata, banche centrali incerte sul da farsi che lanciano segnali contrastanti, mercati travolti da una volatilità esagerata, tassi di interesse in crescita e – come se non bastasse – una guerra in corso nel cuore dell’Europa che coinvolge due delle tre maggiori potenze mondiali e la pandemia da poco messa a tacere che rischia di rialzare la testa. Vista da fuori, sembrerebbe la tempesta perfetta (e non è detto che non lo sia).

 

Chi ha risorse da investire non ha un compito facile, e comunque sempre meglio di chi è immobilizzato in posizioni in perdita, dopo gli scivoloni degli ultimi mesi. Il costo della liquidità sta aumentando a vista d’occhio, e la svalutazione monetaria eroderà il valore dei mezzi liquidi di almeno un decimo all’anno.

 

D’altra parte, investire nel mercato obbligazionario non è (ancora) consigliabile, perché la corsa dei tassi è appena cominciata, ed è noto che quanto più i tassi crescono, tanto più diminuisce il valore dei titoli a reddito fisso. Teoricamente il momento giusto per comprare bonds è al termine della parabola ascendente dei tassi, ma il difficile è prevedere quando questo avverrà.

.bear market

Problema analogo per il mercato azionario: è vero che siamo in un bear market, con prezzi depressi e larga prevalenza delle vendite sugli acquisti, ma chi può dire se siamo arrivati a capolinea o se magari siamo solo a mezza strada?

 

Cerchiamo di fare un po’ d’ordine, in modo da fornire ai lettori qualche utile elemento di giudizio per orientarsi in questa fase così complicata, fermo restando che purtroppo non disponiamo di una palla di vetro né di poteri divinatori, che mai come ora farebbero comodo a chi opera sui mercati.

 

La prima cosa da fare, se la nostra asset allocation risale almeno all’anno scorso, è di aggiornarla alla luce delle novità sopravvenute, che avevamo ampiamente previsto, ma non con questa rapidità e profondità. L’inflazione andrà considerata almeno al 10%, un livello che in USA (e anche da noi) non si vedeva da 40 anni.  I tassi, sia a lungo che a breve termine, sono in crescita più rapida di quanto si pensasse: la scorsa settimana la Fed ha aumentato in un colpo solo dello 0,75% il saggio di riferimento, l’aumento più corposo degli ultimi 28 anni. E la manovra di restrizione monetaria, consistente nella riduzione del bilancio della FED (con l’effetto di ridurre la quantità di moneta a disposizione del sistema drenando la liquidità) è iniziata ben prima del previsto e con passo deciso. Analogo comportamento è stato seguito dalla BCE, e questo ha inguaiato i paesi strutturalmente fragili e con elevato indebitamento, come l’Italia, che ha visto lievitare lo spread al livello del luglio 2011, quando il governo Berlusconi cominciò a sentirne il fiato sul collo fino al successivo avvicendamento con Mario Monti.

.mercato orso

Confermando la nostra valutazione critica sullo stato dell’Italia, e ribadendo quindi il consiglio di stare alla larga dall’investimento in asset del Belpaese, riteniamo che in prospettiva l’investimento azionario sia ancora quello che abbia più senso. Rispetto ai mesi scorsi, punteremmo più su Nord America e Asia che sul vecchio continente: l’Europa è infatti penalizzata dalla guerra in corso e – considerando anche i costi di ricostruzione e di gestione dei flussi migratori dall’Ucraina – probabilmente i mercati ne risentiranno in misura ancora significativa.

 

Il mercato azionario USA probabilmente non è ancora arrivato al punto di minimo di questa crisi, anche se l’indice S&P ha perso il 22% da inizio anno, e un tratto di discesa è ancora da fare. Questo dipenderà da come si comporterà la banca centrale e da come evolveranno le variabili economiche. Se l’inflazione potrebbe da qui in avanti stabilizzarsi e iniziare a calare, la recessione ha sicuramente ancora un bel tratto di strada da fare. Dipende allora da quello che farà la FED: allentare la morsa e dare un po’ di fiato all’economia oppure procedere inflessibile verso l’obiettivo del 2% di aumento dei prezzi.

 

Nel primo caso il rischio è che l’inflazione possa rialzare la testa (come successe negli anni ’70 del secolo scorso), nel secondo è invece di soffocare il bimbo nella culla. In ogni caso, il mercato vedrà ancora qualche buon rimbalzo, il primo dei quali potrebbe avvenire già entro fine mese, dando modo a chi è in sofferenza di alleggerire la propria posizione, rientrando magari a prezzi più bassi.

 

Ci sarà comunque spazio, per chi ha liquidità disponibili, per sfruttare qualche buona occasione di acquisto, scegliendo attentamente i titoli sulla base degli utili e della capacità di stare sul mercato. Meglio ancora, di entrare o rafforzare la presenza sui mercati emergenti, che in questa fase sembrano quelli con più prospettive di sviluppo.

.oro

Investire sull’oro e sui metalli preziosi, in funzione di tutela anti-inflazione, è sicuramente una buona idea, mentre le materie prime – che pure hanno corso tanto in questi mesi – sembrano aver raggiunto il loro picco di periodo e sono destinate a soffrire con la decrescita economica.

 

Può invece rivelarsi prematuro l’investimento sugli immobili, dato che la recessione notoriamente colpisce per prima e con maggior forza proprio questo comparto, come pure quello dell’auto.

.real estate

Per quanto riguarda le valute, il dollaro sta avviandosi a grandi passi verso la parità con l’euro e qualche ulteriore acquisto al livello attuale può rivelarsi redditizio; riteniamo tuttavia ancora valida l’impostazione di tenere un 20% circa del portafoglio denominato in dollari, a prescindere dall’evoluzione del tasso di cambio.

 

Preparandoci ad affrontare il rimbalzino, non dobbiamo infine dimenticare che i mercati anticipano sempre le tendenze dell’economia, per cui il recupero dei listini avverrà ben prima che la recessione finisca. Anche per questo non bisogna farsi prendere dal panico.