IL GRANDE BALZO NEL FIUME

IL GRANDE BALZO NEL FIUME

Mer, 10/26/2022 - 22:48
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Il secolo della Cina, la sua potenza e le contraddizioni

.grande balzo

Ci sono ben pochi dubbi che il tormentato secolo che stiamo vivendo sia il secolo della Cina. Così come il XIX è stato il secolo dell’Europa e il XX degli Stati Uniti, il XXI sarà quello del Grande Impero Celeste.

La competizione tecnologica col mondo occidentale, in primo luogo con gli USA, è già stata vinta dal gigante asiatico; la sua potenza commerciale è inarrestabile; la solidità dell’assetto politico del paese – con il controllo granitico da parte dell’attuale leader Xi Jinping – è stata ora cementata con il successo incontrastato della classe dirigente emerso col XX Congresso del Partito Comunista; il dominio sull’Africa e sulle sue risorse naturali è pressoché completato; le divisioni politiche del mondo occidentale e la guerra in corso in Europa hanno sicuramente rafforzato la posizione predominante della Cina nello scacchiere mondiale.

Rispetto a questo trend epocale, le attuali difficoltà economiche del gigante asiatico, che in questi mesi ha fortemente rallentato il suo tasso di sviluppo, verranno rapidamente superate, e una volta finita l’emergenza del covid la Cina tornerà a crescere ai consueti ritmi. Del resto, già in passato – e precisamente nel 1966 quando regnava il grande timoniere Mao Tse-Tung – c’era stato un momento di crisi evidente, col fallimento del “Grande Balzo in Avanti”, su cui ci soffermiamo di seguito.

Per noi occidentali non è facile comprendere la Cina e i Cinesi e i riferimenti culturali e ideologici di questa antica civiltà: se cerchiamo di interpretare con i nostri strumenti di interpretazione ciò che avviene in quell’immensa parte di mondo, rischiamo di travisare completamente la realtà, o quanto meno di non cogliere compiutamente la portata di fatti ed eventi rilevanti.

.bagno nello Yang-Tse

Quando nel luglio del 1966 Mao fece il famoso bagno nello Yang-Tse, il fiume azzurro, a Wuhan (che oltre mezzo secolo dopo sarebbe diventata tristemente famosa per aver dato i natali al covid), ben pochi da noi capirono la portata e il significato di quell’esibizione. Il paragone più consueto fu quello col bagno di Mussolini a Riccione: dimostrazione di forza e vigore fisico di un dittatore che voleva affermare le buone condizioni del proprio stato di salute.

Certo, il bagno di Mao fu anche questo, tanto che all’allora settantatreenne grande timoniere venne attribuita, in quella circostanza, una nuotata di 15 chilometri in poco più di un’ora. È vero che si erano diffuse anche notizie sul precario stato di salute del leader, corroborate dal suo stile di vita irregolare, promiscuo, senza moderazione e senza osservare le regole base dell’igiene personale (si narra che ai medici che gli contestavano la scarsa igiene orale, avesse risposto: “avete mai visto una tigre lavarsi i denti?”).

.tigre

Ma il bagno nello Yang-Tse fu anche molto di più: un vero e proprio manifesto politico per la nuova stagione che avrebbe inaugurato, quella della Rivoluzione Culturale. Era ormai evidente il fallimento del Grande Balzo in Avanti, lanciato nel 1958 con l’obiettivo di raddoppiare ogni anno la produzione nazionale. Il flop aveva dato forza all’opposizione interna e aveva messo in difficoltà la leadership del grande timoniere. Col bagno nel fiume azzurro, Mao dava un segnale di purificazione dagli errori e dagli insuccessi del passato, e di rigenerazione verso un futuro radioso che avrebbe finalmente realizzato il socialismo reale con la sconfitta dei “quattro vecchi” (vecchia cultura, vecchie tradizioni, vecchie abitudini, vecchio pensiero politico). E testimoniava il grande vigore fisico e ideologico del regime, al quale nessuna impresa era preclusa.

Chi interpretò il bagno come una semplice dimostrazione che il leader stava bene - analogamente alle foto che ritraevano Mussolini a torso nudo intento a falciare il grano, o Putin impegnato in imprese sportive di judo o nuoto – avrebbe capito solo la superficie della cosa. Da quel momento iniziò l’epurazione dei rivali interni al partito (i “borghesi”) e vennero poste le basi per costruire la Cina di oggi, con la sua grandezza ma anche le sue contraddizioni, prima fra tutte l’autoritarismo e il culto della personalità, la mancanza di ogni dialettica e del rispetto dei diritti umani.

Per tanti aspetti la dimostrazione di potenza e coesione data dal recente XX Congresso del Partito ha avuto una funzione analoga al bagno nel fiume azzurro. Xi è il nuovo timoniere (“centro di ogni idea e di ogni scelta” come viene definito ora), la prima linea di dirigenti è stata rinnovata completamente nel segno della fedeltà assoluta, gli oppositori o anche solo coloro che potevano oscurare il grande faro di Xi sono stati rimossi definitivamente.

.guerra

Nel panorama internazionale, mentre USA e Russia si affrontano in Ucraina in una guerra ormai divenuta di logoramento e destabilizzazione, mentre l’India – l’altro gigante demografico asiatico – cerca faticosamente un equilibrio economico e politico ancora lontano, mentre l’Europa si dibatte fra contraddizioni e debolezze, e il Giappone – un tempo grande potenza – è ancora alle prese con una crisi epocale, la Cina continua a fare affari e a espandere le sue zone di influenza.

Resta ancora aperta la questione di Taiwan, ma pare del tutto improbabile che le mire espansionistiche di Pechino trovino ostacoli insormontabili per un’annessione che – dopo Hong Kong, “normalizzata” con la forza – porterà la Cina alla completa integrità territoriale. Ma è solo questione di tempo, e di quante risorse saranno necessarie.

.zero covid

La Cina riprenderà presto la sua marcia trionfale verso la predominanza economica e commerciale e la prima posizione nel gruppo dei grandi; una volta superate le emergenze sanitarie e i nefasti effetti della politica zero-covid, torneranno i tassi di crescita che avevamo visto nello scorso decennio. Non saranno più a doppia cifra, ma sempre molto lontani da quelli occidentali e degli altri paesi emergenti.

In questa logica vanno lette anche le recenti débâcle dei mercati finanziari cinesi: un’operazione di ridimensionamento delle influenze occidentali sulle grandi società tecnologiche e manifatturiere, e un modo per ricomprarsi a prezzi di saldo aziende nazionali che rischiavano di andare fuori controllo. Un caso per tutti: Alibaba.

Non si può certo dire che questa deriva sia una cosa positiva, perché porta ad affermarsi una società basata sull’inuguaglianza, sullo sfruttamento, sulla mancanza di libertà e democrazia. Ma la realtà è spesso ben diversa dai desideri, anche in economia e in politica.