AVVISO AI NAVIGANTI - L’OMBRA LUNGA DELLO SPREAD

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Dom, 10/01/2023 - 17:56
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Lo spettro del 2011 alligna sulla Giorgia nazionale, anche se lei fa di tutto per esorcizzarlo. Mai un governo tecnico, dice elegantemente scazzifottita la premier. E probabilmente ha ragione, ma non per la forza della sua coalizione – che anzi ogni tanto zoppica – quanto per l’assenza di un Presidente della Repubblica come quello del 2011. Allora, forzando la prassi e forse anche la lettera della Costituzione, il compianto re Giorgio invitò graziosamente Papi a farsi da parte e agevolò la formazione del Governo Monti, ricordato ahimè come uno dei peggiori della storia recente.

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Non che non ne avesse motivo, intendiamoci: lo spread, che a inizio anno era 173, arrivò al livello record di 574 e BCE, Unione Europea e i famigerati “poteri forti” iniziarono a suonare la grancassa perché l’Italietta cambiasse manovratore. E così accadde, non considerando la trascurabile particolarità che Papi aveva vinto le elezioni. Oggi al Colle è seduto un personaggio di tutt’altro calibro, ed è difficile pensare che possa cedere a pressioni anomale. In fin dei conti lo spread, che all’inizio dell’anno era 210, oggi è 192. Non che sia basso, ma certamente lontano dai livelli di preoccupazione del 2011.

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I pericoli per il Governo vengono tutti dall’interno della maggioranza, e meno male: immaginiamo cosa succederebbe se al timone ci fosse l’avvocato degli Italiani o, Dio ci scampi, la Elly delle meraviglie. I tassi da noi continueranno a crescere più che altrove, il BTP rende ma è ancora un rischio. Se proprio vogliamo le obbligazioni, meglio stare sulle scadenze brevi, diciamo entro i 12 mesi. Ma l’azionario USA resta ancora la prima scelta: non avrà grandi sprint da qui a fine anno, ma non vediamo neanche rischi di crollo. E se proprio vogliamo qualcosa di diverso, torniamo all’oro, che male non fa.

IL NOSTROMO