Non ci poteva essere dimostrazione più efficace dell’inutilità dell’ONU - a parte la funzione di garantire lauti stipendi e prebende a funzionari e impiegati – dell’imbarazzante spettacolo offerto dalla settimana di alto livello che si chiude oggi al Palazzo di Vetro. Una lunga passerella di leader mondiali che si parlano addosso, ognuno che ascolta solo se stesso senza dialogo ed espone la sua visione del mondo, fino al discorso di Netanyahu davanti al nulla, dopo che molti avevano abbandonato per protesta i loro seggi. Il mondo nuovamente sull’orlo di una guerra mondiale come ottant’anni fa, senza che le diplomazie internazionali, e tanto meno le Nazioni Unite, abbiano fatto alcunché per fermare questo piano inclinato.

Stiamo allegramente scivolando verso la catastrofe, come la rana che nella pentola sente l’acqua scaldarsi e non si accorge che è in arrivo l’ebollizione. Fra sconfinamenti di aerei, droni che invadono spazi aerei di confinanti, massacri di civili, flottiglie che cercano il casus belli et similia, ci ritroveremo in guerra senza neanche accorgercene.

E il fattore geopolitico sembra essere l’unica reale minaccia alla tonicità dei mercati azionari, mentre le economie veleggiano in territorio positivo. Per ora tutto sommato non sembra ancora arrivato il momento di rivedere l’asset allocation, restando esposti su azionario (e magari ancora oro e mercati asiatici) e mantenendosi lontani da obbligazionario a lunga gittata. Ma non illudiamoci troppo, prima o poi la tempesta arriverà.

IL NOSTROMO