Finanza

Pillole di Finanza: le buone azioni
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Marco Parlangeli Ven, 12/16/2016 - 08:32

È vero che le azioni sono molto più rischiose delle obbligazioni? E cosa bisogna guardare se decidiamo di comprarle? Questo l'argomento che iniziamo a trattare nella pillola di oggi. Il primo punto ha una risposta abbastanza semplice: sí, le azioni sono rischiose, e normalmente incorporano un rischio maggiore rispetto alle obbligazioni dello stesso emittente. Questo é vero in via del tutto generale, ma non significa che le obbligazioni siano prive di rischio. Anzi, oggi si tende a ridimensionare il rischio equity (cioè connesso con strumenti di capitale, e quindi con le azioni) rispetto al

Pillole di Finanza: l'incertezza delle previsoni

9 December 2016 | By Marco Parlangeli

Le previsioni sono incerte per definizione, quelle di finanza molto spesso anche inattendibili. E poi, se uno sapesse con esattezza cosa sta per succedere, perché mai dovrebbe fare previsioni invece di trarne profitto diretto? Questo è vero, ma solo in parte. In prima battuta è possibile ragionare fondandosi sul presupposto della razionalità: se tutti si comportassero in modo razionale, allora succederebbe questo o quest'altro. Il fatto è che spesso i mercati sono irrazionali e, come tali, imprevedibili. E inoltre: quasi sempre è un problema di tempistica: magari l'evento previsto

I derivati e il problema di liquidare il vino

6 December 2016 | By Marco Parlangeli

Dopo la grande crisi del 2008, che venne originata dai mutui subprime e dalla bolla speculativa, parlare di derivati è diventato turpiloquio. E tutto sommato la pessima immagine di cui godono questi strumenti finanziari è del tutto meritata. Ma cosa sono i derivati, perché sono nati e perché hanno provocato tutti questi danni? Proviamo a rispondere a queste domande, senza perderci in troppi tecnicismi ma concentrandoci sulla sostanza. Lo facciamo partendo dall’esempio dei futures sul vino, che una decina di anni fa ebbero una certa fortuna anche in Italia, dopo essere stati inventati nel

Pillole di Finanza: l'investimento in dollari

25 November 2016 | By Marco Parlangeli

In un buon portafoglio di una certa consistenza (diciamo dai 50.000 € in su) é buona norma, in via generale, che sia presente una componente, dal 10 al 20%, investita in valuta estera, anche per chi é "euro based", ovvero utilizza per i propri movimenti finanziari solo Euro. Si tratta di una prima diversificazione del rischio, destinata a compensare un sempre possibile deprezzamento della moneta comunitaria sul mercato delle valute. Se questo succede, ad esempio se l'euro si deprezza rispetto al dollaro, il relativo cambio passa in un anno, mettiamo, da 1,15 a 1,07 (più o meno l'intervallo

Lo Stato famelico

22 November 2016 | By Marco Parlangeli

Al termine di questa mini-serie che ha come scopo quello di fornire gli strumenti più immediati per una costruzione e gestione razionali del portafoglio, non possiamo, purtroppo, fare a meno di parlare della tassazione sulle rendite finanziarie. Prima che clicchiate sulla croce in alto a destra del vostro schermo, conoscendo quanto entusiasmo l’argomento suscita, lasciatemi dire che non farò né un trattato né un articolo tecnico, ma fornirò solo qualche sintetica notazione per poter dare, come al solito, i consigli di base. Pertanto cercheremo di fare un riepilogo degli oneri che incombono su

Una nuova rubrica settimanale

18 November 2016 | By Marco Parlangeli

Da oggi marcoparlangeli.com BEST IS YET TO COME, il blog che avete apprezzato e seguito in questi primi mesi, si arricchisce di una nuova rubrica settimanale: PILLOLE DI FINANZA. Ogni venerdì cercheremo di trattare, in modo sintetico ma speriamo ancora chiaro e comprensibile, un argomento - fra quelli che hanno animato la settimana trascorsa - inerente la finanza, e in particolare, la gestione di portafoglio da parte di un operatore privato. Il nostro target é dunque rappresentato dalle famiglie e dagli investitori che non svolgono questa attività in modo professionale, ma desiderano impiegare

Cherry Picking Pt.2: le azioni

15 November 2016 | By Marco Parlangeli

Terminiamo questa breve guida all’asset allocation parlando della scelta, da effettuare una volta individuata l’entità dei titoli da investire, dei titoli azionari da mettere in portafoglio. Siamo quindi nell’ambito della gestione attiva e ci confrontiamo, ancora una volta, con quella che è stata definita cherry picking ovvero la “raccolta delle ciliegie”: scegliere dal paniere di tutti i titoli presenti sul mercato i due, massimo tre, su cui puntare. Di tutto il percorso che abbiamo fatto, questa è probabilmente la fase più rischiosa, se abbiamo deciso di non affidarci a strumenti di gestione

Cherry Picking Pt. 1: Le obbligazioni

8 November 2016 | By Marco Parlangeli

Se fare “gestione passiva” significa scegliere strumenti che replicano e si adeguano immediatamente ai prezzi medi di una determinata asset class o categoria, fare “gestione attiva” significa invece scegliere, fra i diversi titoli della categoria stessa, quello o quelli che riteniamo migliori o più stabili. In inglese questo si traduce con l’espressione cherry picking, ovvero raccogliere le ciliegie, facendo una cernita fra tutte quelle che l’albero produce. Entriamo, con questa fase, nella logica dell’asset allocation tattica, che si differenzia da quella strategica esaminata finora

Uno su mille

2 November 2016 | By Marco Parlangeli

Non sarà proprio uno su mille, come cantava Gianni Morandi nel 1985 , ma certamente scegliere il titolo da comprare nell’ambito di una asset class ben identificata significa individuare la migliore opzione fra le molte disponibili. Fra tutte le operazioni che deve compiere un risparmiatore, la scelta del singolo titolo è sicuramente quella che richiede al massimo grado il supporto di un consulente esperto. La prima regola dell’investitore è infatti che i soldi si fanno comprando bene. Per rendere il nostro discorso più concreto, torniamo all’esempio di Lucio, del quale avevamo visto il

Consigli per gli acquisti
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Marco Parlangeli Mar, 10/25/2016 - 08:49

Abbiamo iniziato questo articolo con il famoso Carosello che conteneva la pubblicità o, come più pudicamente si sarebbe detto negli anni ‘80, i consigli per gli acquisti. In effetti scegliere un titolo da inserire in portafoglio o un soggetto cui affidare le proprie risorse è un meccanismo del tutto analogo all’acquisto di un prodotto. Lo dimostra il fatto che le diverse forme di investimento sono definite dalle banche “prodotti”, che si ha un “mercato finanziario” in cui le stesse vengono scambiate, che si ricorre appunto alla pubblicità per invogliare i risparmiatori a sottoscrivere un